lun 26 febbraio 2018 - Autore : giancarlo
Dati i nomi dei candidati alle prossime elezioni politiche mi sono soffermato a riflettere sulla candidatura del bolognese Pierferdinando Casini, presentato nel collegio elettorale di Bologna (appunto). Mi è sovvenuto un ricordo del prof. Antonio Bergianti. Se ricordo bene era la legislatura comunale 1985-1990, egli era capo-gruppo dei consiglieri della Democrazia Cristiana, ed anche il sottoscritto sedeva sui banchi del Consiglio Comunale da indipendente nella lista del Partito Comunista vezzanese. Prima dello svolgimento del Consiglio, in attesa della composizione del numero legale, il prof. Bergianti raccontò che la sera precedente era andato ad ascoltare nel cinema-teatro parrocchiale di Rivalta, un giovane e promettente esponente della D.C. tale Pierferdinando Casini. Ricordo bene le sue parole:"E' riuscito a parlare per due ore senza dire nulla di significativo. Farà carriera!" Parole profetiche, il giovane (ex oramai) politico degli anni ottanta è arrivato alla presidenza del Senato con una alleanza composta da Forza Italia, Alleanza Nazionale, Lega Nord ed U.D.C. Fosse ancora in vita Giorgio Gaber direbbe che questi politici "slitén" (dal dialetto milanese che si traduce in slittano, scivolano con grazia da un partito all'altro!). Immagino la leggerezza con la quale gli elettori bolognesi del P.D. apporrano la loro croce sul simbolo elettorale ove compare il nome di Pierferdinado Casini. "Mala tempora currant" direbbe ora il compianto prof. Bergianti. |
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dom 31 dicembre 2017 - Autore : giancarlo
"Cosa si diceva della fabbrica di uomini? Mi sa che c'è fame di pezzi nuovi per l'esercito, se ci mandano quelli ancora da finire". "Ostia" sacramenta Cazzavillan, mettendo gli altri a tacere e facendosi sotto al soldato più vicino a lui. "Ma quanti anni ci hai te!". "Disdotto già fatti" balbetta il soldato, che è un fagotto di divisa con dentro un ragazzo con la pelle bianca e pulita, senza nemmeno un'ombra di barba. "Già fatti" mugugna Cazzavillan. "Allora Cecco Beppe buon'anima deve cagarsi nelle braghe, visto che li hai già fatti!". Il vecio riprende la vanga e ritorna a scavare. Sa bene il perchè di quella reazione di Cazzavillan: ha un figlio del '99, e ci ha messo tutto ciò che poteva metterci per far finire la guerra prima che il bocia, come lo chiama, fosse di leva....... Ho tratto queste poche righe dal libro scritto da Paolo Malaguti e dal titolo "Prima dell'alba" perchè ben descrivono il dramma vissuto da tanti ragazzi e uomini nella guerra del '15-'18. Certo andare a votare sarà, per gli attuali ragazzi del 1999, molto più facile e meno pericoloso, è indubbio. E' dunque bene che il nostro Presidente Mattarella lo abbia ricordato. Perdonatemi però se aggiungo la considerazione che facevo questa sera davanti alla fermata dell'autobus, ove tre ragazzi nigeriani attendevano il passaggio per recarsi a Reggio per vedere lo spettacolo di fine anno in piazza. Questi ragazzi la loro trincea l'hanno vissuta sul barcone per giungere in Italia, e come per i nostri ragazzi anche per molti di loro questa nuova "trincea" dei popoli migranti ha significato la morte prima di toccare il suolo della nostra nazione. Io questo avrei aggiunto senza nulla togliere del tanto di buono nel messaggio di fine anno. Buon anno Presidente, ne avrà molto bisogno. |
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lun 25 dicembre 2017 - Autore : giancarlo
Mi rivolgo al Sindaco Mauro Bigi per promuovere anche nel nostro Comune una bella iniziativa promossa dal Sindaco di Spilamberto (MO), iniziativa ad alta valenza sociale. Si tratta di dare la cittadinanza a tutti gli stranieri che sono residenti nel nostro territorio e che possiedono i requisiti così come definiti dalla proposta di Legge approvata (due anni fa!) dai Deputati della nostra Repubblica e rimasta in naftalina fino al 23 dicembre c.a., con il risultato che tutti conosciamo. Io credo che sia molto importante favorire l'integrazione di questi nostri concittadini. Penso, ad esempio, ad una ragazza diciottenne moldava che risiede in Italia da più di nove anni, che sta studiando con ottimo profitto nei nostri istituti superiori, che è animata da una grande volontà di apportare il suo contributo alla nostra società, che parla in nostro dialetto con maggior dimestichezza di tanti nostri ragazzi, che possiede una rara dimestichezza con l'idioma di Dante Alighieri (lo dico senza polemica: se l'esame di italiano per gli stranieri fosse redatto dalla mia maestra delle elementari e ad esso fossero sottoposti anche gli italiani, sono convinto che molti di noi inciamperebbero di sicuro!). Coraggio Sindaco, questa iniziativa non costa un solo euro ma apporterà nuova vitalità alla nostra comunità. Il Natale di Gesù, come ha detto ieri sera Papa Francesco, dona la cittadinanza a tutti. Buon Natale di cuore. |
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dom 17 dicembre 2017 - Autore : giancarlo
Sono immerso nella sana lettura di "Prima dell' alba" di Paolo Malaguti (Neri Pozza editore) ed oggi mi arriva la notizia del rientro di Vittorio Emanuele III°. Niente in contrario al rientro di una salma ma qualcosa da ridire sulla richiesta di sistemarla al Pantheon, avanzata dai rimasugli dei monarchici con i consanguinei in testa, qualcosa lo devo dire. Per quanto valga il mio parere questo personaggio non merita tanto onore. Ho citato questa mia attuale lettura perchè in questo libro, mentre si svolge l'indagine sulla morte del gen. Andrea Graziani avvenuta secondo le autorità del fascismo per caduta dal treno nella tratta tra Firenze e Prato, si snocciola contemporaneamente quanto vissuto nelle trincee della Prima Guerra Mondiale dai nostri nonni. Un libro scritto molto bene, ben documentato, avvincente. Un solo anticipo: durante questi terribili anni di guerra un ragazzo di Noventa Padovana è stato fucilato seduta stante su ordine del Gen. Graziani (addetto alla repressione del fuggi fuggi dalle trincee durante la ritirata di Caporetto) perchè salutò il passaggio dell'alto ufficiale con il sigaro in bocca. Così era e Pipetta o Sciaboletta (nomignolo affibbiato dai romani perchè data la bassa statura gli avevano confezionato una sciabola ridotta di lunghezza, altrimenti avrebbe toccato terra!) per la smania di occupare le terre irridente benedisse questa strage di ragazzi. |
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lun 14 agosto 2017 - Autore : giancarlo
Siccome l'età avanza e gli avvenimenti nazionali ed internazionali non aiutano certo a sollevare il morale, mantengo la piega intrapresa (e che rinforzo con il passare degli anni) e continuo nelle sane letture. Primo consiglio: IRENE NE'MIROVSKY (autrice) SUITE FRANCESE (il titolo): fermo immagine impietoso della società francese durante la fase di occupazione nazista della Francia durante la seconda guerra mondiale. Credo che molti dei personaggi e delle situazioni descritte nel libro di questa scrittrice russa di origine ebraica (e morta ad Auschwitz) possano essere facilmente traslate anche per noi italiani (in fondo i francesi sono nostri cugini)- Era da un po che non leggevo un libro così pieno di spunti di riflessione. Secondo consiglio: JOSEPH ROTH (autore) FUGA SENZA FINE (il titolo). Leggetelo e fidatevi! |
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sab 09 febbraio 2013 - Autore : giancarlo
Noi che non ci siamo mai seduti nell'impegno politico viviamo questo momento (?) con un disagio indescrivibile. Mi rivolgo a tutti quelli che frequentano più o meno assiduamente Vezzano.net, a quelli che non hanno bisogno delle ricorrenze per ricordarsi che "democrazia non è restare sopra un albero e non è neanche un volo di un gabbiano...."(G.Gaber), a tutti quelli che sanno benissimo che "democrazia è partecipazione" non solo su una tastiera di P.C., ma anche e soprattutto confrontandosi viso a viso con i propri concittadini, a tutti coloro che sanno cosa significa "odio gli indifferenti" (Antonio Gramsci), per invitarli ad una serata ove sia possibile scambiarci le nostre opinioni, esporre le nostre idee (senza alzare il tono e senza scimmiottare i talk-show televisivi, per intenderci) per trovare un punto di vista comune da sottoporre ai candidati territoriali delle prossime elezioni politiche, magari anche invitandoli ad ascoltarci. Mancano due settimane, organizzamoci! |
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mer 09 gennaio 2013 - Autore : giancarlo
Credetemi sulla parola, mi stò sforzando di appassionarmi al dibattito politico che in questi giorni pre-elettorali si sta via via sviluppando (o avviluppando?) nella nostra cara Italia, ma non ci riesco. Manca ancora un mese abbondante e chissà quante ne sentiremo e ne vedremo ancora! Ed allora trovo di meglio e mi appassiono a sane letture. Un caro amico mi ha prestato un bellissimo libro sulla vita di Arpad Weisz scritto da un tal Matteo Marani, giornalista sportivo. Come Don abbondio direte “Carneade, oibò, chi era costui?” Presto detto: Arpad Weisz era l’allenatore che ha vinto tre campionati di calcio negli anni trenta, uno con l’Internazionale Ambrosiana e due con il Bologna, che all’epoca, i dotati di buona memoria ricorderanno, “tremare il mondo fa”. Si diceva il mondo perché il Bologna in quegli anni (mi pare il trentotto) vinse anche il trofeo internazionale tra club che si svolse a Parigi, battendo in finale nientemeno che i maestri inglesi del Chelsea. Un po’ come vincere l’attuale Champions League . Il primo scudetto lo vinse all’età di trentaquattro anni che per un allenatore italiano è ancora un record imbattuto. E voi direte : “E allora?” Allora c’è che, per farla breve, questo allenatore era ungherese ma di origine ebraica, c’è che nel trentotto vennero emanate dal regime fascista le tristi “leggi razziali”, che proprio per queste fu costretto a riparare a Parigi e poi in Olanda, che in seguito sarà occupata dai nazisti, e infine “passato per il camino” di Auschwitz assieme alla moglie e ai due figli. Lo svolgersi di questa tragica vicenda, che ha accomunato il destino dei Weisz a quella di altri sei milioni di sventurati cittadini europei di origine ebraica, ripone ancora domande angoscianti. Matteo Marani, l’autore, ci porta a riflettere sul senso di questa tragica vicenda e sulle implicazioni che essa ha avuto sulla nostra coscienza collettiva di cittadini italiani ed europei. Mentre i Weisz finivano la loro vita “passati per il camino”, tanto per ricordare le parole della canzone Auschwitz di Guccini, cosa dicevano e facevano i giocatori del Bologna, che tanto gli dovevano sul piano professionale, o quelli dell’Ambrosiana (che Inter all’epoca non si poteva dire, parola di radice straniera), od il resto dei calciatori del campionato italiano? Zitti come l’allora presidente del Bologna, quel tal Dallara (di origine reggiana) al quale è stato dedicato il magnifico stadio di Bologna. Zitti come il grande campione Meazza, idolo delle folle e della nazionale italiana, che Arpad Weisz scoprì e lanciò in prima squadra nell’Ambrosiana scommettendo, anche se giovanissimo, sulle sue qualità calcistiche. Zitti come i cittadini di Bologna che abitavano nello stesso palazzo ove abitavano i Weisz a poche centinaia di metri dallo stadio comunale. Vedere la copia delle cartoline che il figlio Roberto Weisz mandò al figlio coetaneo dei vicini di casa, cartoline scritte in bella calligrafia, in corretto italiano (era bravissimo a scuola, dovette abbandonare Bologna alla vigilia dell’inizio della terza elementare) ove traspare la nostalgia per il paese ove era nato ed era cresciuto fino al tragico momento del forzato esilio, tutto ciò lascia un senso di amarezza e sgomento indescrivibile. Ed allora vi dirò che forse riflettere su questi tremendi interrogativi aiuta anche ad analizzare il presente, a non farsi prendere la mano da facili sottovalutazioni dei rischi che corre questa benedetta Italia, a mantenere la lucidità per non cadere nelle illusioni che la storia nazionale di già ben conosce, guarnedole, per renderle più abboccanti, con espedienti conditi dalle solite promesse di maggior benessere, maggior libertà, maggior giustizia ecc. ecc. ecc. |
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lun 24 ottobre 2011 - Autore : giancarlo
E? da accogliere con grande soddisfazione l?orientamento del P.S.C. proposto dal Comune di Vezzano s/C; come a Cassinetta di Lugagnano un ridotto consumo di territorio agricolo. Un orientamento che, al contrario, se avesse perpetrato ulteriore consumo non sarebbe stato accettabile dal buon senso comune. A suffragio di questa affermazione si devono premettere le ragioni dettate dall?evidenza dei fatti. 1) Il comune di Reggio E. dal 1998 al 2002 è stato in testa alla classifica nazionale di ?edificazione? con la media di otto edifici nuovi su cento esistenti per ognuno di questi cinque anni. Risultato: nel comune di Reggio i professionisti del settore stimano, ad oggi, ottomila appartamenti invenduti. I comuni dei dintorni del capoluogo hanno seguito, chi più chi meno, questo andazzo. Anche a Vezzano abbiamo fatto la nostra parte (a conferma si guardino le offerte di nuove costruzioni sui vari giornali specializzati del settore). 2) E? arcinoto che l?economia reggiana risente della grave crisi che attanaglia tutti. Se non ci sono prospettive di crescita le aziende non investono e, come risultato a breve termine, comprimono l?occupazione (si guardino i report della Camera di Commercio locale, saldo negativo del numero di aziende chiuse e aziende di nuova iscrizione, numero di cassa-integrati, numero di occupati in calo). Risultato: se le aziende non assumono si contrae anche la richiesta di alloggi, per effetto della minor immigrazione nel nostro territorio. 3) Se si analizza l?età di chi sottoscrive contratti di compravendite immobiliari si evince che fino a cinquantaquattro anni sono in maggior numero le persone che acquistano casa, oltre questa età la tendenza si inverte ed il numero di chi vende casa supera il numero di chi acquista casa. Nel nostro comune le persone over sessanta sono il 28,5% del totale degli abitanti, tendenti ad una costante crescita negli anni a venire. Inoltre si tenga ben presente che il numero degli over ottanta è di 295 persone su 4270 residenti nel nostro comune alla data del 1/1/2011 (si veda il sito della Regione E.R.: statistica-popolazione residente per sesso e classi di età)(Nota di colore: se proprio si vuole vivere più a lungo conviene andare in provincia di Siena. Record nazionale di over 80: 8,4% del totale dei residenti. Nelle colline senesi si respira aria buona!) . Abbiamo dunque un 6,9% dei nostri concittadini ultraottantenni. La stima è spannometrica ma se dico che nel volgere di dieci-quindici anni (ed anche meno) si libereranno circa 150 abitazioni non vado lontano dalla verità; possiamo anche ipotizzare un numero maggiore perché molto spesso chi ha più di ottanta anni è solo ed i figli non necessitano dell?abitazione dei genitori, in quanto risultano, a loro volta, possessori di un alloggio e, alla morte di questi anziani , questi immobili finiscono nel circuito delle vendite. 4) Scelta obbligata anche dal fatto che la tutela della vecchiaia, per la maggior parte dei vezzanesi (ma non solo loro), deriva dal possesso della casa. Se ascoltate molti anziani vi diranno ?che per pagare la retta della badante o della casa di cura, nel caso in cui nessuno pensi a me, male che vada, venderò la casa?. Va bene vendere casa, ma se i Comuni attuano una politica edilizia scriteriata, il valore immobiliare precipita e la retta per il ricovero va in malora. Dunque se i Comuni vorranno aiutare la fascia più debole della popolazione dovranno compiere scelte molto ponderate, privilegiando il recupero degli edifici esistenti. 5) Durante la stesura di un vecchio P.R.G. (anni '86-'87) discutendo con l?ing. Venturi, il geom. Bruno Olivi e l?arch. Guido Tassoni, alla mie osservazioni venne risposto che ?ma, in fondo, il territorio di Vezzano è urbanizzato solamente per il 4% del totale. ?Ma grazie, possiamo anche aumentare la quota, però dobbiamo costruire su Monteduro, nei letti del Crostolo e della Campola!? risposi io. Volevo dire che il territorio nostro è quello che tutti possono vedere ed aumentare la ?pressione abitativa? comporta dei rischi notevoli di stabilità dei terreni, di esondabilità delle acque, insomma, per farla breve, si rischia sulla qualità della vita. Serge Latouche nel suo libro ?La decrescita felice? utilizza un esempio che fa al caso nostro; la ninfea, fiore che cresce nello specchio d?acqua dei laghi, ogni anno raddoppia la sua superficie. Nel caso impieghi trent?anni per colonizzare uno specchio d?acqua, ancora nel ventinovesimo anno, un anno prima della copertura totale, non avremo la percezione che l?opera si sta per completare, perché vedremo il lago ancora libero per metà della sua estensione. Solo negli ultimi giorni dell?ultimo anno, vedendo l?accelerazione esponenziale dell?acqua coperta ce ne renderemo conto, ma nel caso volessimo opporci, sarà troppo tardi. Ogni nostro tentativo sarà vano, la pianta completerà la sua opera. La stessa cosa avviene con le concessioni di nuove aree edificabili: come per la ninfea il limite va posto prima di perderne il controllo. |
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sab 25 giugno 2011 - Autore : giancarlo
Non si finisce di gioire per l'ottimo risultato delle elezioni amministrative e dei referendum che di gia dobbiamo piangere delle nostre disgrazie. Perchè di disgrazie, ed anche grosse disgrazie si tratta. Non so che impressione abbia fatto a voi, ma vedere i camion della raccolta spazzatura napoletani scortati dalla Polizia non fa un bel vedere. Di solito si vede la Polizia che scorta i furgoni "portavalori", siamo abituati a vedere i soldati a guardia dell' Altare della Patria, ma i poliziotti che scortano la raccolta rifiuti è nuova. Oppure più semplicemente si svela ciò che tutti sospettiamo: visto che lo smaltimento rifiuti a Napoli è un affare per chi gestisce la raccolta, per chi gestisce gli inceneritori (adesso infatti si dicono "termovalorizzatori"), per chi gestisce la spedizione in altri siti, ecc. ecc., alla fine non più di rifiuti si tratta ma di qualcosa che rende più del metallo prezioso per definizione, voglio dire l'oro. Ed allora l'oro lo si scorta come si conviene con un furgone portavalori, tutto ritorna, appunto! E vedere che una parte dei ministri si adopera per bloccare il provvedimento di Legge che consente il trasferimento in altri siti di tali rifiuti non è cosa da poco. Se ricordiamo che Berlusconi, subito dopo l'elezione di De Magistris sindaco di Napoli, ha dichiarato che "i napoletani si pentiranno moltissimo", alla luce dei recenti fatti questa frase getta una luce sinistra su quanto sta accadendo. Si tratta della pelle della gente in buona sostanza, perchè c'è un concreto rischio di malattie contagiose, di avvelenamenti veri e propri per le sostanze emmesse dai rifiuti incendiati dalla popolazione esasperata. Oppure parliamo della "Legge bavaglio" che ancora viene tirata in ballo per impedire ai giornali di pubblicare le intercettazioni telefoniche? Davvero si vuole impedire che i cittadini vengano a conoscenza anche dei fatti intimi che poco centrano con il resto dell'indagine? E' proprio così? Personalmente credo sia giusto che ognuno sia libero di leggere ciò che vuole; sul banco dell'edicola sono esposti anche giornali pornografici, ma non mi sfiora neppure l'idea di acquistarli! Che qualcuno ci debba sempre fare da balia, politico o clericale che sia, non mi piace per niente. Oppure ancora vediamo che a seguito della crisi finanziaria dei paesi PIGS (Portogallo, Irlanda o Italia adesso?, Grecia, Spagna) è in atto una manovra speculativa spaventosa; ieri la borsa di Milano ha "bruciato" (le virgolette stanno a dire che questi soldi non sono bruciati ma vanno nelle tasche dei soliti che tirano i cordoni della borsa) svariati miliardi di Euro, tanto che Unicredit, la banca che ha incorporato anche la nostra Cassa di Risparmio di Reggio E., nel pomeriggio di ieri era in calo del 9%, e ad un certo punto le autorità di controllo hanno deciso di sospenderne le contrattazioni. Non mi pare che dire di disgrazie si possa essere tacciati come la Cassandra di turno. Si tratta dei nostri risparmi, si tratta del nostro futuro, della possibilità o meno di finanziare le nostre attività industriali, artigianali, commerciali. Di fatti che ben presto influiranno sulla nostra vita di tutti i giorni. |
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lun 31 gennaio 2011 - Autore : giancarlo
Avvenimenti che lasciano un segno marcato nella nostra mente, disgrazie vicine e lontane che non ci lasciano indifferenti: penso alla prematura scomparsa di Ermanno Paganini, medico e amico di molti di noi; penso alla morte di Mohamed Bouaziz, tunisino che dandosi la morte con il fuoco ha avviato la caduta del regime nel suo paese d'origine. Ermanno ha lasciato in me dei bellissimi ricordi. Insieme abbiamo frequentato i tre anni di scuola media ed il primo anno di I.T.I., e quando lo vedevo in ambulatorio gli ricordavo episodi vissuti che lui si stupiva di non ricordare, ma che gli davano piacere nel riviverli a distanza di tanti anni. Come quando gli ho ricordato il prof. Alfio Zanetti di Leguigno (ins. di matematica alle medie) che l'ultimo giorno di scuola ci portava al campo parrocchiale, prendeva un sacchetto pieno di biglie e figurine a noi sequestrate durante l'anno, ne spargeva il contenuto sul terreno e noi ci buttavamo per rimpossessarcene. E dopo partita a calcio fino allo sfinimento. Gli ho ricordato che ad un certo punto il prof. ha detto:" Ermanno, tu che sei ben "piantato" (per dire formato fisicamente; infatti a quattordici anni andò assieme a Grini a giocare nelle giovanili del Suzzara, se ricordo bene) mettiti in difesa". E con Ermanno in difesa non si passava! Oppure quando in prima I.T.I. mi aiutò a svolgere un tema nel compito in classe di italiano dandomi alcune dritte; ricordo la parola ?scimmiottare? che scrisse per dire di comportamenti da evitare. E di sicuro egli non ha scimmiottato ma ha sempre mantenuto la sua linea: mai una parola di troppo, mai una parola sopra le righe, mai un intervento a sproposito. Di certo la coppia di banco (all?I.T.I, perché alle medie sedeva con il fratello Maurizio, dividevano gli stessi libri) Paganini-Ibattici non ricordo che abbia mai subito un richiamo dai professori. E di recente ricordarlo con il suo camice bianco che chiedeva a mio padre ?cosa c?è Lolli? con il suo tono sereno, a volte sottovoce, le mani giunte e gli indici a toccare le labbra, la schiena appoggiata alla poltrona girevole?? Perdonate l?accostamento nel dolore per la perdita di un uomo caro ma anche la morte del tunisino Bouaziz non mi ha lasciato indifferente; cosa può aver mosso la mente di questo giovane che di mestiere girava con il suo carretto da ambulante, magari pieno di sogni e di aspettative dalla vita, pieno di speranze per un futuro migliore? Credo le stesse ragioni che hanno mosso i bonzi vietnamiti che nella Saigon occupata dagli americani si incendiavano per protesta, le stesse ragioni di Jan Palach che con il suo gesto ricordò al mondo (soprattutto a quelli che credevano nel comunismo come me) che non esistono ?poteri buoni?. Spegnere la propria vita con il fuoco è una contraddizione nei termini. Con le fiamme si illumineranno anche le ragioni di libertà, di giustizia, di giusta ribellione ad una ingiustizia inflitta dai detentori del potere; questo avrà pensato Bouaziz? O forse avrà pensato che il fuoco è purificatore, che l?aria appestata dalla dittatura andava ripulita perché non era più sopportabile per il troppo fetore? Come in una partita a poker ove può succedere che una scala minima batta una scala reale, così un piccolo grande uomo come Bouaziz ha influenzato la storia più di Hillary Clinton, ministro degli esteri degli U.S.A., donna tra le più potenti al mondo. Ci ha ricordato che la storia è nelle nostre mani, nelle mani di tutti noi. Ci ha ricordato che prima o poi le ingiustizie, sommate o singole che siano, non si sopportano e scoperchiano nell?essere umano quel desiderio, quell?anelito che smuove una sana ribellione, per provare a costruire un mondo migliore. |
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